Ospedale "Giovanni Paolo II”:
prende il via il progetto "CuriamoC", screening per combattere la diffusione dell'EpatiteC
 
"La provincia di Ragusa -  dai dati della Rete HCV Sicilia -  ha la più alta prevalenza di epatite dell’intera regione"
 
Ragusa - Al via il progetto "CuriamoC" screening per combattere la diffusione dell'epatite "C" autorizzato dal direttore generale, Angelo Aliquò, e dal direttore sanitario, Raffaele Elia.
Il responsabile del progetto sarà il direttore della UOSD Malattie Infettive dell’ospedale “Giovanni Paolo II” dr.ssa Maria Antonietta Di Rosolini in collaborazione con il direttore della UOC Laboratorio Analisi dr.  Carmelo Fidone e con in capo Dipartimento di Medicina dr. Antonio Digiacomo.
È importante sottolineare che il Progetto CuriamoC sottoporrà a screening i pazienti che vanno dai 50 agli 80 anni, fascia di età non coperta dallo screening nazionale promosso dal Decreto Milleproroghe che partirà nei prossimi mesi.  
La Direzione Sanitaria con il Progetto CuriamoC, realizzato grazie alla sponsorizzazione non condizionante di GILEAD, costruirà una rete tra Laboratorio analisi, UOSD di Malattie Infettive, e i reparti dell’ospedale, così da indirizzare ogni singolo paziente, riscontrato positivo per HCV, verso un percorso definito che porterà alla presa in carico del paziente.                                                                                                
La provincia di Ragusa, dai dati della Rete HCV Sicilia, ha la più alta prevalenza di epatite dell’intera regione.
 
L'epatite C rappresenta un rilevante problema di Sanità Pubblica, oltre che per la frequenza, anche per l’alta percentuale di casi clinicamente non manifesti che rappresentano una importante fonte di contagio per l’elevata percentuale di cronicizzazione dell’infezione. Infenzione che può portare a un danno epatico più severo, quale la cirrosi e il carcinoma epatocellulare, per l’elevato numero di morti a esse correlabili, per il rilevante impatto sociale dell’infezione a causa degli innegabili danni psicologici e alla vita di relazione, cui molti pazienti vanno incontro e, non ultimo, per il significativo peso economico della malattia.
 
La "WHO"- Organizzazione Mondiale della Sanità - ha posto come obiettivo l’eradicazione dell’epatite C entro il 2030 al fine di rinnovare l’impegno dei Governi e la consapevolezza della popolazione.
Solo attraverso azioni sinergiche e un approccio integrato, i problemi di Sanità Pubblica correlati all’epatite C potranno essere superati. L’avvento dei DAAs  - farmaci anti epatite C di nuova generazione -, permettono tassi di guarigione del 97% rendendo l’obiettivo dell’eradicazione raggiungibile, tanto che lo scorso dicembre il governo Italiano ha emanato il decreto Milleproroghe che finanzia le regioni per lo screening dell’epatite C rivolgendosi alla popolazione dei tossicodipendenti, dei detenuti e alla coorte di popolazione nata tra il 1989 ed il 1971.